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Che cos’è il Caf

Che cos’è il Caf

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Che cos’è un CAF e cosa fa? 

I CAF (Centri di assistenza fiscale) sono uffici presenti sui territori che offrono servizi di assistenza e tutela fiscale alla cittadinanza, tali servizi sono in maggioranza gratuiti; pochi di essi, tuttavia, sono servizi a pagamento.

Nello specifico, il CAF si occupa dell’assistenza alla corretta compilazione e trasmissione di documenti come ad esempio il modello ISEE, il modello 730, il modello RED e le dichiarazioni fiscali.
Se l’assistenza è limitata alla sola trasmissione di documentazione già precedentemente compilata, tutti i servizi sono garantiti dallo stato e quindi gratuiti. Nel caso in cui l’assistenza includa anche la compilazione effettiva dei modelli fiscali, questa sarà fornita solo previo pagamento. Tali cifre, tuttavia, hanno costi contenuti.
I Caf sono ottime risorse a disposizione del cittadino per non incorrere in errori di compilazione della documentazione necessaria che porterebbero all’emissione di cartelle esattoriali e sanzioni da pagare per l’errore commesso.

Possiamo inoltre dividere i CAF in due sottogruppi:

– I Caf per lavoratori dipendenti, dedicati, appunto a tutti i lavoratori dipendenti;
– I Caf dedicati all’assistenza dei datori di lavoro;

Possono svolgere il ruolo di centro di assistenza fiscale:

– Le organizzazioni sindacali con almeno 50 mila iscritti;
– I sostituti d’imposta con almeno 50 mila dipendenti;
– Le associazioni di lavoratori costituite in patronato con almeno 50 mila iscritti;
– Commercialisti e consulenti del lavoro con partita IVA;

Quali sono i servizi a pagamento del CAF?

Come abbiamo già detto in precedenza, tutte le procedure relative alla trasmissione di modelli precompilati, sono sempre garantite dall’erario.
I servizi a pagamento riguardano la compilazione effettiva di modelli fiscali, come ad esempio:

– Dichiarazione dei redditi;
– Il modello 730;
– Calcolo dell’F24;
– Calcolo della Tasi;
– Rapporti di lavoro domestici (come le badanti);
– Contratti di Affitto;
– Visure catastali e ipocatastali;
– Successioni e volture;
– IMU;

Viene richiesto il pagamento anche per il supporto alla firma digitale e all’identità digitale SPID (a cui si può accedere anche gratuitamente).

Che cosa fare se il CAF ha commesso errori?

Principalmente il CAF può commettere due errori: la non trasmissione delle dichiarazioni del contribuente o un errore di compilazione.
In tal caso il contribuente può sporgere regolare denuncia e richiedere il relativo risarcimento, poiché il CAF non ha rispettato il dovere di “diligenza nell’adempimento” presente nell’articolo 1176 del codice civile.
In base alle disposizioni del 30 marzo 2019, in caso, ad esempio, di conformità infedele su documenti come il 730, il CAF è tenuto a pagare un importo pari al 30% della maggiore imposta riscontrata, sempre che l’errore non sia stato commesso dal contribuente in fase di trasmissione dei dati.
Tali disposizioni inoltre confermano che il CAF può comunicare l’errore al contribuente e procedere alla trasmissione all’agenzia delle entrate della dichiarazione rettificata, sempre che la non conformità della documentazione non sia stata già notificata.

Come si richiede il modello 730 al CAF?

Il modello 730 è il modello per la dichiarazione dei redditi dedicato ai lavoratori dipendenti e pensionati, viene messo a disposizione dall’agenzia delle entrate in una specifica area del suo sito internet accessibile tramite il codice PIN dei servizi telematici oppure tramite identità SPID (Sistema pubblico dell’identità digitale), utilizzando le credenziali rilasciate da INPS o la carta nazionale dei servizi tramite E-reader.
Questo può essere anche elaborato direttamente dagli operatori CAF previa autorizzazione (del richiedente) per l’accesso al modello precompilato presente sul sito dell’agenzia delle entrate.
Successivamente a tale autorizzazione, il cittadino dovrà trasmettere tutta la documentazione necessaria per procedere con la compilazione del modello come: La certificazione unica e i documenti necessari per giustificare le detrazioni fiscali, anche se tali dati dovessero essere già presenti nel modello precompilato.
Il compito del CAF è verificare che la documentazione presentata sia conforme alle leggi vigenti e conseguenzialmente confermare che ci sia una corrispondenza nei dati percepiti e quanto pagato durante l’anno precedente.

Come si presenta la DSU Dichiarazione unica sostitutiva per richiedere il modello ISEE al CAF?

Il modello ISEE è un modello che da un quadro generale sulla situazione economica di una famiglia su base dei dati e della documentazione trasmessa riguardo il reddito percepito di chi presenta la DSU e dei componenti della sua famiglia.
Tale modello è necessario per l’accesso a benefici, contributi, bonus e servizi riconosciuti ai cittadini come ad esempio il reddito di cittadinanza o i bonus maternità, il bonus bebè o il super bonus 110%.
Il modello ISEE ha anche tipologie specifiche come: L’ISEEU che viene utilizzato dagli studenti per accedere alle prestazioni per il diritto allo studio e l’ISEE corrente, necessario per le variazioni della situazione reddituale.
Per il suo calcolo si considerano anche le informazioni relative alle proprietà, ai conti intestati e qualunque bene mobile e immobile.
Alcuni dei documenti da fornire al CAF per compilare la DSU (Dichiarazione unica sostitutiva) e poter conseguenzialmente effettuare il calcolo del modello ISEE sono ad ESEMPIO:

– Documento d’identità e carta dei servizi di tutti i componenti del nucleo familiare;
– Contratto d’affitto;
– Modello 730 o modello unico / modello CUD;
– Indennità;
– Trattamenti di previdenza e assistenza;
– Reddito IRPEF;
– Borse di studio;
– Assegni di mantenimento;
– IRAP per imprenditori agricoli;
– Documenti riguardanti il patrimonio come depositi bancari, postali, libretti di deposito;
– Giacenza media annuale di depositi bancari e postali;
– Certificati catastali, atti notarili di compravendita, successioni e qualsiasi documentazione riguardanti proprietà;

Una volta trasmessi i documenti necessari al CAF entro 4/5 giorni dall’invio effettivo della DSU all’INPS, la sede CAF fornirà il modello ISEE valido per accedere ai servizi.

Come si richiede il modello RED al CAF?

Il modello RED è una dichiarazione reddituale che deve essere presentata da tutti i pensionati titolari di prestazioni INPS collegate al reddito, ovvero, tutti i trattamenti di natura assistenziale.
Può essere richiesto presso i CAF, i quali forniscono assistenza nella compilazione del modello e trasmettono conseguenzialmente all’INPS i dati delle dichiarazioni presentate.

I documenti necessari per la presentazione del RED sono:

– Copia del documento d’identità e del codice fiscale;
– Modello 730 relativo all’anno di verifica reddituale;
– Documento relativo agli interessi maturati su conti correnti bancari, postali o qualunque titolo relativo a una somma di denaro rintracciabile;
– Documenti relativi alle esenzioni IRPEF;
– Documentazione CUD;
– Certificati catastali;

Come si richiede la Dichiarazione IMU al CAF?

La dichiarazione IMU è una dichiarazione attraverso la quale si notificano al comune variazioni ai fini del calcolo dell’imposta riguardo gli immobili in possesso.
Deve essere presentata quindi:

– Per tutti quegli immobili che sono soggetti a riduzioni di imposta (come quelli di interesse storico artistico o con riduzioni di aliquota);
– Nel caso in cui il comune non abbia la documentazione necessaria per trasmettere il corretto pagamento delle imposte;

Dichiarazioni di questo tipo non vanno trasmesse tutti gli anni: è necessario effettuare una nuova comunicazione, successiva alla prima, solo in caso di variazioni sostanziali che cambiano il valore dell’imposta.
Come ad esempio:

– Un terreno agricolo divenuto fabbricabile;
– Un’area divenuta edificabile a seguito della demolizione di un immobile;
– Un edificio con destinazione ad usi culturali e aventi scopi non commerciali come quelli di natura assistenziale e didattica come ad esempio le università, le scuole e gli ospedali;
– Immobili inagibili o inabitabili ristrutturati per essere utilizzati in attività assistenziali;
– Immobili con una dichiarata riunione di usufrutto non dichiarata al catasto;

La dichiarazione IMU va effettuata entro il 31 dicembre dell’anno successivo da quando sono avvenute le variazioni.
La richiesta va trasmessa al comune attraverso CAF, previo appuntamento, in cui presentare la seguente documentazione:

– Codice fiscale;
– Rendita catastale;

Il servizio viene solitamente espletato dal CAF all’incirca in tre giorni lavorativi.

Come si richiede il bonus bollette 2022 presso il CAF?

I bonus bollette o i “Bonus sociali per il disagio economico” sono misure varate dal governo per contrastare i rincari dell’energia e aiutare le famiglie in difficoltà.
Sono una serie di scontistiche applicate direttamente alla bolletta e destinate alle famiglie in ristrettezza economica.
Le detrazioni in questione interessano tre grandi macroaree:

– Il bonus luce;
– Il bonus gas;
– Il bonus acqua;

I cittadini che presso la propria residenza siano intestatari di contratti di acqua, luce e gas ed in possesso di un ISEE inferiore a 8.265 euro (o a 20.000 euro in caso di nucleo familiare con più di 4 figli) avranno accesso a tali agevolazioni.

Dal 2021 non è più obbligatorio farne richiesta presso il CAF; è comunque fondamentale richiedere al CAF la documentazione necessaria per ottenerla (come ad esempio la DSU per accedere all’ISEE).
Sarà proprio grazie a tale documentazione che l’INPS potrà validare le condizioni necessarie per l’erogazione del bonus, permettendone quindi l’applicazione automatica al costo della bolletta.

Come richiedere il bonus luce presso il CAF

Il Bonus luce è uno sconto concesso sulla bolletta della luce per aiutare le famiglie in difficoltà che si trovano in due condizioni di disagio: il disagio fisico o il disagio economico.

Per quanto riguarda il disagio economico, il valore dello sconto è condizionato dal numero di componenti del nucleo familiare, partendo da una base di 128 euro fino ad un massimo di 177 euro in bolletta in caso di numero superiore a 4.
Quando invece parliamo di disagio fisico, intendiamo tutti gli intestatari di un contratto di energia elettrica affetti da malattie gravi e obbligati a dipendere da macchinari medici necessariamente sotto energia continua.

Per accedere a questo bonus tramite CAF bisogna fornire la seguente documentazione:

– Un certificato ASL che accerti la condizione di grave malattia in cui verte l’intestatario dell’utenza della luce;
– Il modulo necessario per la richiesta, rilevabile sui siti istituzionali;

Il valore del bonus erogato sarà riscontrato su 3 criteri: la potenza contrattuale, le apparecchiature mediche utilizzate e il tempo giornaliero di utilizzo.
L’importo verrà detratto direttamente in bolletta sottraendo il valore della singola fattura; questo sarà interrotto solo quando si notificherà la cessazione dell’utilizzo delle apparecchiature mediche. Non sarà quindi necessario rinnovare annualmente differentemente dalle modalità indicate per il bonus per il disagio economico.

Come richiedere il bonus GAS presso il CAF

Possono fare richiesta per il bonus gas sia gli utenti di una fornitura diretta, sia quelli che utilizzano un impianto condominiale.

Per coloro che hanno una fornitura diretta, similmente al bonus luce, il bonus GAS viene applicato direttamente alla bolletta e decurtato dalla singola fattura.
Per quanto riguarda gli impianti condominiali, il bonus viene erogato tramite l’emissione di un bonifico domiciliato in unica soluzione presso l’amministratore di condominio.
L’importo del bonus dipende dalla categoria associata alla fornitura del gas, alla zona climatica di appartenenza e al numero di componenti della famiglia anagrafica.

Le modalità di richiesta presso il CAF sono le medesime del bonus luce.

Come richiedere il bonus acqua presso il CAF

Il bonus acqua (o bonus idrico) è una misura orientata a ridurre la spesa per il servizio di acquedotto di una famiglia in condizioni economiche disagiate.
Consente di non pagare un quantitativo minimo di acqua a persona in un anno, tale quantitativo è fissato in circa 50 litri giornalieri a persona.

I cittadini in ristrettezza economica interessati ad accedere a questo tipo di agevolazione dovranno rientrare nei seguenti parametri:

-Isee non superiore a 8.107 euro;
-Isee non superiore a 20.000 euro in caso di almeno 4 figli a carico;

Una volta riscontrati i parametri necessari, le richieste andranno presentate presso CAF a fronte della compilazione della modulistica e della presentazione della seguente documentazione:

– Un documento d’identità o una delega;
– Attestazione ISEE in corso di validità;
– Attestazione che contenga i dati di tutti i componenti del nucleo ISEE;
– Attestazione che riconosca un nucleo familiare con almeno 4 figli, in caso di ISEE superiore a 8.107 euro.

Similmente ai bonus nominati nei paragrafi precedenti anche questo verrà erogato:

– Per gli utenti diretti, direttamente in bolletta suddivisa per le varie mensilità.
– Per gli utenti indiretti, in forma unica attraverso accredito sul conto corrente o con un bonifico.

Come si richiede il Bonus TARI al CAF?

La TARI anche conosciuta come tassa sui rifiuti è una tassa imposta a chiunque detenga un locale suscettibile alla produzione di rifiuti, a prescindere dal modo in cui questi locali sono utilizzati.
Esclusi dalla TARI sono ad esempio:

– Le aree comuni dei condomini;
– Le residenze sociali;

Questa comprende due quote: una fissa e una variabile.
La quota fissa viene calcolata in basi alle componenti essenziali per il corretto svolgimento dei servizi.
La quota variabile, invece, viene rapportata al nucleo familiare e alla quantità di rifiuti prodotti per singola utenza.

Similmente a come succede per i “Bonus sociali per il disagio economico”, anche per la Tari è presente una detrazione per le famiglie a basso reddito.
Nello specifico, il bonus TARI viene erogato sotto forma di scontistiche direttamente riscontrabili in bolletta e concesso alle utenze che riscontrano i seguenti requisiti:

– Nuclei di famiglia con ISEE minore di 8.265 euro;
– Famiglie con almeno 4 figli a carico e ISEE non superiore a 20.000 euro;
– Titolari di reddito di cittadinanza / pensione di cittadinanza;
– Famiglie con ammalato grave collegato ad apparecchiature collegate all’energia elettrica;

La domanda dovrà essere effettuata al CAF previo appuntamento, trasmettendo la modulistica presente sui siti istituzionali assieme ad:

– Documento d’identità;
– Attestazione dell’ISEE in corso di validità;

I titolari di reddito di cittadinanza / pensione di cittadinanza dovranno presentare anche il numero di protocollo e la documentazione necessaria per attestare la validità del reddito.

Come richiedere l’esenzione dal canone RAI al CAF?

Il canone RAI o canone di abbonamento alla televisione è una tassa sottoposta a chiunque possegga un televisore (art. 1 del R.D.L., n. 246/38) e viene riscossa una volta l’anno.
A seguito della legge di stabilità del 2016, vi sono state alcune modifiche:
– Il canone di possesso della televisione è stato ridotto a 90 euro (invece dei 100-110 euro degli anni precedenti);
– Viene introdotta la presunta detenzione dell’apparecchio televisivo nel caso esista nell’abitazione un’utenza di fornitura elettrica;
–  Il Costo del canone viene sommato alla fattura della corrente elettrica smettendo quindi di pervenire presso domicilio tramite bollettino postale;

In casi specifici è tuttavia possibile presentare al CAF una dichiarazione sostitutiva attraverso la quale richiedere l’esenzione del canone RAI dal costo della bolletta.
Chiunque possegga un’utenza elettrica può quindi dichiarare di non avere nell’abitazione un dispositivo televisivo, dimostrando quindi di non essere assoggettabile al pagamento della tassa.
Tale dichiarazione sostitutiva va presentata ogni anno entro il 30 giugno con validità fino a gennaio dell’anno successivo.

Un altro tipo di esonero dal canone RAI è quello per cittadini ultrasettantacinquenni.
Tutti i cittadini con un reddito annuo inferiore a 8000 euro e un’età superiore ai settantacinque anni possono fare richiesta tramite modulo rilevabile presso l’agenzia delle entrate dell’esonero completo dal canone Rai.
La richiesta va poi trasmessa al CAF, assieme ad un documento di identità e presentata entro il 30 aprile dell’anno corrente in caso di prima richiesta e entro il 31 luglio per tutto il resto dei beneficiari.
Se le condizioni permangono, nel caso di questa esenzione non è necessario fare richiesta ogni anno.

Come richiedere il bonus edilizio 2022 presso il CAF?

Il bonus edilizio 2022 o bonus ristrutturazioni 2022 è un incentivo messo in atto dal governo per coloro che effettuano dei lavori edilizi in ambito abitativo.
Nello specifico è una detrazione fiscale sull’IRPEF del 50% destinata all’utenza che vuole effettuare lavori di manutenzione o ristrutturazione nei condomini o nei singoli edifici.
Il bonus edilizio 2022 può essere richiesto da tutti i cittadini soggetti ai pagamenti delle imposte sui redditi, sia di residenti che non residenti in Italia.
Alcuni esempi di aventi diritto alla detrazione sono:

– Il proprietario diretto;
– Il titolare di un usufrutto;
– Gli inquilini o i comodatari;
– Gli imprenditori individuali per immobili che non rientrano fra quelli strumentali;

I tipi di lavori ammessi al bonus edilizio 2022 sono:

– Interventi di manutenzione, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazioni sulle singole abitazioni;
– Interventi di manutenzione, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazioni sui condomini;
– Interventi di ricostruzione a seguito di calamità che hanno danneggiato l’immobile;
– Posti auto privati;
– Eliminazione delle barriere architettoniche;
– Aggiornamento delle infrastrutture, volto all’accessibilità per persone portatrici di disabilità e handicap;
– Bonifiche mirate ad evitare gli infortuni domestici;
– Interventi per la prevenzione del rischio di atti illeciti nell’abitazione;
– Manutenzione della cablatura del gruppo elettrogeno di emergenza;

La documentazione necessaria per richiedere il bonus edilizio 2022 è composta da:

– Abilitazioni amministrative in relazione alla tipologia di lavori;
– Domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti;
– Ricevuta di pagamento IMU;
– Delibera assembleare in caso di lavori a edifici condominiali;
– Dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori;
– Comunicazione preventiva dell’inizio dei lavori presso ASL locale;
– Fattura e ricevute fiscali;
– Bonifici di pagamento;

Successivamente alla trasmissione della documentazione necessaria, il CAF potrà erogare il servizio in 3 modalità:

-In fase di dichiarazione dei redditi con la presentazione del modello 730 o del modello unico;
-Con sconto immediato in fattura;
-Mediante credito d’imposta;

Come richiedere la riduzione delle tariffe della mensa scolastica?

Le famiglie interessate alla riduzione delle tariffe della mensa scolastica devono obbligatoriamente presentare  il modello ISEE in corso di validità, l’indicatore in base al quale possono ottenere le esenzioni.
Tramite questo modello le famiglie sono in grado di dimostrare la loro condizione economica e reddituale.
Sono aventi diritto delle riduzioni della mensa scolastiche tutte quelle famiglie italiane o immigrate che rientrano nelle soglie dell’ISEE fissate dal comune di residenza in cui i figli sono iscritti:

-Alla scuola d’infanzia;
-Alla scuola primaria e secondaria di primo grado in cui è presente un servizio di refezione.

I requisiti, dunque, sono:
-Un’attestazione ISEE tramite DSU da richiedere presso il CAF;
-Rientrare nella soglia stabilità dal comune di residenza;
– Corrispondenza tra il comune di residenza e il comune in cui la scuola è ubicata;

Come richiedere il bonus ASILO NIDO tramite CAF?

Il bonus asilo nido è una misura varata dal governo che permette alle famiglie con figli a carico (in un’età compresa da 0-3) di beneficiare del rimborso delle rette pagate presso l’asilo nido per un importo massimo pari a 3.000 euro.
Il valore di questo bonus viene calcolato in base al cosiddetto ISEE MINORI e si divide in 3 fasce ISEE:

– Bonus nido fino a 3.000 euro per le famiglie con ISEE fino a 20.000 euro;
– Bonus nido fino a 2.500 euro per le famiglie con ISEE da 25.001 a 40.000 euro;
– Bonus nido fino a 1.500 euro per le famiglie con ISEE oltre i 40.000 euro;

Una volta rilevato il modello precompilato dai siti istituzionali, sarà compito del CAF trasmettere all’INPS la documentazione necessaria.
Contestualmente, bisognerà consegnare all’INPS la documentazione relativa al pagamento delle rette, ovvero:

– Ricevuta di quietanza di pagamento;
– Il bollettino bancario o postale;
– Fattura di quietanza;
– In caso di nidi aziendali, l’attestazione del datore di lavoro o dell’avvenuto pagamento della retta/della trattenuta in busta paga;

In tale documentazione dovranno essere necessariamente presenti le seguenti informazioni:

– La denominazione e la partita iva dell’asilo nido a cui il figlio è iscritto;
– Il codice fiscale del minore a carico;

– I mesi di riferimento;
– Le ricevute di pagamento;
–  I nominativi del genitore che sostiene le rette;

Inoltre, attraverso la sentenza n.1198 del tribunale di Chieti del 21 luglio 2021, si conferma che il bonus asilo nido viene confermato anche in caso di rimborso della retta dovuto a chiusure causa COVID.

Come richiedere il bonus bebè presso il CAF?

L’assegno di natalità anche conosciuto come bonus bebè è un assegno mensile che viene erogato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo.
Tale assegno viene corrisposto fino al compimento del primo anno di età/ del primo anno di adozione/affido per ogni mese.

Coloro che beneficiano di questo bonus hanno diritto ad un assegno che varia tra gli 80 e i 160 euro mensili in base all’importo dell’ISEE.

Nello specifico gli importi di cui si ha diritto in base all’ISEE sono:
– In presenza di ISEE non superiore a 7.000 euro annui l’assegno è pari a 1.920 euro annui o 2.304 euro in caso di figlio successivo al primo;
– Se l’ISEE si rivelasse superiore alla cifra di 7000 euro annui, ma non superiore ai 40000 euro, il bonus è pari a 1440 annui o 1728 annui in caso di figli successivi al primo;
– Se il bonus è invece chiesto con un ISEE superiore ai 40000 euro, l’assegno sarebbe pari a 960 euro annui.

Per usufruire del bonus bebè presso una sede CAF bisogna presentare la seguente documentazione:
– Copia della carta d’identità di mamma e minore;
– Codice fiscale del minore;
– Attestazione Isee in corso di validità;
– Per gli stranieri, il permesso di soggiorno;

Il servizio verrà erogato in circa due giorni lavorativi dalla trasmissione dei dati dal CAF.

Come richiedere il bonus mamma domani tramite CAF?

Il premio alla nascita, anche conosciuto come bonus mamma domani, viene corrisposto dall’INPS per la nascita o adozione di un minore.
Viene rilasciato tramite domanda della futura madre al compimento del settimo mese di gravidanza o alla nascita, adozione o affidamento preadottivo. È concesso alle donne in gravidanza o alle madri che affrontano uno dei seguenti eventi:

– Superamento del settimo mese di gravidanza;
– Parto, anche se antecedente all’ottavo mese di gravidanza;
– Adozione nazionale o internazionale di un minore;
– Affidamento preadottivo nazionale;

Il bonus ha un valore di 800 euro e viene rilasciato in un’unica soluzione per in relazione a ogni figlio nato, adottato o affidato.

La domanda può essere presentata tramite CAF all’INPS previa trasmissione della documentazione necessaria alla richiesta:

– Certificato dello stato di gravidanza indicando il numero di protocollo;
– Permesso di soggiorno in caso di cittadine extracomunitarie presenti in Italia regolarmente;
– Documentazione che attesti il concepimento;
– Documentazione che attesti l’adozione/affidamento;
– Documentazione che attesti l’affidamento internazionale;
– Attestato della data di ingresso in famiglia;
– Documentazione che attesti l’adozione presso stato estero;
– Documentazione riguardo abbandono/affido esclusivo al padre;

Una volta presentata la documentazione necessaria, il termine per l’emanazione del provvedimento è stabilito in 30 giorni dall’invio.

Come richiedere il bonus anziani /bonus colf e badanti al CAF?

Il bonus anziani è un bonus rivolto alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie che necessitano dell’aiuto di Colf e badanti.
Questo strumento permette di avere un rimborso sugli stipendi dei lavoratori pari a 300 euro mensili per un massimo di 12 mesi. L’importo massimo di tale misura è quindi 3.600 euro netti.

Possono usufruire di questo bonus tutti i cittadini che corrispondono lo stipendio a una colf che assiste un anziano non più autosufficiente e che dispongono di una posizione contributiva regolarizzata e di almeno un anno di contributi. È anche opportuno essere in possesso di un regolare contratto di lavoro registrato.
Per presentare domanda per il bonus anziani è necessario compilare la modulistica presente sui siti istituzionali, consegnandola presso CAF che si occuperà di trasmetterla alle organizzazioni impegnate nella tutela dei lavoratori come colf e badanti.

Come si richiede il reddito di cittadinanza al CAF?

Il reddito di cittadinanza è una misura di reinserimento al lavoro pensata per sostenere i cittadini in difficoltà economica introdotta dal 6 marzo 2019.
Viene assegnato ai cittadini italiani, europei ed extracomunitari secondo criteri molto rigidi come un ISEE inferiore ai 9.360 euro all’anno, considerata la soglia di povertà assoluta.
L’importo del sussidio varia in base al numero di componenti del nucleo familiare ed in caso di decadenza dal beneficio tutti i componenti del nucleo devono rendere la dichiarazione immediata di disponibilità al lavoro.

All’interno degli uffici CAF è attualmente uno dei servizi più richiesti, in funzione di tale servizio devono essere riscontrati i seguenti requisiti:
– ISEE inferiore a 9.360 euro;
-Patrimonio immobiliare non superiore a 6.000, con un aumento di 2000 euro per ogni componente del nucleo familiare fino ad un massimo di 10.000 euro;
-Valore del reddito familiare inferiore ai 6000 euro moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza;

Una volta riscontrati i criteri necessari, si può passare alla trasmissione della documentazione necessaria al CAF di riferimento:

-Documento d’identità e codice fiscale del richiedente;
-Codice Fiscale di tutti i componenti del nucleo familiare;
-Isee aggiornato;
-Contratto d’affitto registrato;
-Patrimonio mobiliare al saldo dell’anno precedente;
-Patrimonio immobiliare all’anno precedente;

Una volta trasmessa la documentazione necessaria attraverso il CAF, L’INPS contatterà il cittadino via mail per comunicare l’approvazione o il declino della richiesta.
In caso di approvazione, Poste italiane contatterà il cittadino fornendogli un appuntamento per ritirare la carta prepagata carica dell’importo del beneficio spettante.
Entro 30 giorni dal ritiro, tutti i componenti del nucleo familiare dovranno necessariamente rendere la cosiddetta DID ovvero la dichiarazione immediata di disponibilità al lavoro rivolgendosi ai centri per l’impiego.
Non devono presentare la DID, i minorenni e gli over 65 o i soggetti con disabilità.

Che cos’è lo SPID e come si richiede al CAF?

Lo SPID è il sistema pubblico di identità digitale, un account che consente di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione, questo può essere richiesto tramite CAF.
Attraverso l’utilizzo di un unico username e un’unica password si può accedere agevolmente a tutti i servizi resi disponibili dalle istituzioni nazionali. Richiedere lo SPID al giorno d’oggi è fondamentale in funzione della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e sanitarie, tramite esso si può accedere ai servizi INPS (come consultare la propria pensione o richiedere i bonus disponibili), INAIL, e quelli del ministero del lavoro, oltre che fare richiesta per una visita presso l’SSN e pagare le proprie utenze.

La richiesta può essere inoltrata al CAF di riferimento previo appuntamento fornendo:
-Un documento d’identità;
-Una carta nazionale dei servizi;
-Un indirizzo mail;
– Un numero di telefono;

A seguito della trasmissione di tali dati, l’incaricato alla registrazione del CAF procederà con il riconoscimento e la conseguente attivazione dell’identità digitale SPID.

Che cos’è la firma digitale e come si richiede al CAF?
la firma digitale è l’equivalente informatico di una firma su carta, la sua funzione è quella di attestare la veridicità e la validità di un documento, lettera, atto o messaggio trasmesso tramite mezzo digitale.
Tale firma non è una semplice firma scannerizzata ma bensì un complicato processo di crittografia che consente la verifica da parte dei destinatari dell’identità del firmatario, la sicurezza della provenienza del documento, la certezza che il contenuto della documentazione non sia stato manomesso: La firma digitale ha quindi una valenza legale e permette di firmare atti legali come fatture, comunicazioni.

Per firmare effettivamente un documento la firma digitale è apportata su un particolare dispositivo chiamato smart reader che deve essere dotato del certificato di sottoscrizione.
Il certificato di sottoscrizione è presente all’interno dello smart reader ed è un insieme di informazioni che permettono di definire con certezza la corrispondenza fra il soggetto e la sua chiave pubblica.

La firma digitale può essere richiesta presso CAF nel caso della presenza dei requisiti necessari:
-Aver compiuto la maggiore età;
-Essere in possesso di un codice fiscale e di un documento in corso di validità;

Cosa sono il patronato e il sindacato?

Il patronato è un ente riconosciuto dal ministero del lavoro e delle politiche sociali che si occupa di servizi legati alla previdenza sociale o alle indennità fornite dallo stato come:

– La disoccupazione;
– Le pratiche di infortunio;
– Erogazione di bonus;
– Pensioni;

I patronati nascono come enti in grado di fornire servizi gratuiti ai cittadini, tuttavia dal 2018 a seguito di una diminuzione dei fondi necessari al supporto di questi enti, sono stati introdotti servizi a pagamento.
Tali servizi, tuttavia, in base alla legge 152/2001, non possono costare più di 24 euro.

Per quanto riguarda i servizi gratuiti del patronato, abbiamo:

– La richiesta di reddito di cittadinanza;
– Ricongiungimento familiare;
– Pratiche relativi al rinnovo dei permessi di soggiorno;
– Pratiche pensionistiche (come quota 100 e quota 102);
– Infortuni e malattie professionali;

Per quanto riguarda invece i servizi a pagamento del patronato abbiamo:

– Assegni familiari;
– Richiesta telematica di accesso ai bonus (bonus monopattino, bonus bebè, bonus mamma, bonus edilizi ecc..);
– Visto di conformità ai bonus edilizi;
– Superbonus 110%;
–  Riconoscimento della legge 104;
– Autorizzazione ai versamenti volontari di contributi;
– Richieste all’INPS di permessi e congedi;

I Sindacati, invece, sono associazioni previste dal codice civile che attua l’articolo 39 della nostra costituzione e che nascono con la funzione di rappresentare i lavoratori e difendere i loro diritti. Il loro ruolo è quello di svolgere una funzione mediale tra le richieste dei lavoratori e il governo e/o istituzioni sia di stampo nazionale che regionale, devono inoltre sedersi al tavolo delle contrattazioni assieme alle figure istituzionali per lavorare ai CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro).
Ogni sindacato offre ai suoi iscritti consulenza di tipo fiscale, amministrativa e previdenziale, questo svolge un ruolo di fondamentale importanza nei casi di controversie con il datore di lavoro, nei provvedimenti disciplinari e nei casi di licenziamento, e nelle tutele di INPS e Inail.

Quali sono le differenze tra Caf, patronato e sindacato?

Caf, patronati e sindacati si occupano di aspetti differenti della vita del lavoratore.
Ad esempio, per quanto spesso confusi, il CAF e il patronato si individuano come due istituzioni differenti, dove il CAF, come ci suggerisce il nome, è un centro di assistenza fiscale, mentre il patronato si occupa di servizi legati alla previdenza sociale come: le indennità fornite dallo stato, il sussidio di disoccupazione, il reddito di cittadinanza o l’assegnazione dei bonus.
La confusione è generata dalla possibilità del patronato di poter espletare anche degli adempimenti fiscali. Differentemente dal CAF, tuttavia, la gamma di servizi offerti è certamente più ampia dato che il patronato è un servizio finanziato direttamente dallo stato.
Similmente, anche il sindacato offre servizi di assistenza fiscale generando confusione.
I servizi fiscali forniti da questo ente sono strettamente legati all’assistenza su controversie legate al lavoro o al supporto legale in controversie riguardante il datore di lavoro, inoltre, differentemente da CAF e patronato, per accedere ai servizi del sindacato bisogna sostenere un iscrizione.

Come diventare un operatore CAF

Il percorso per diventare operatore CAF è particolarmente complicato.
Prima di tutto si deve capire a fondo di cosa si occupa l’operatore CAF e delle skill trasversali che questo ha necessità di possedere per operare in un settore così delicato e complicato.
L’operatore CAF si occupa innanzitutto di fornire un supporto fiscale sia a lavoratori dipendenti che a lavoratori ormai in pensione, si tratta quindi di una figura rassicurante e di supporto alle necessità fiscali della clientela che porta ad interfacciarsi con la complessità dell’amministrazione finanziaria.
Al giorno d’oggi è una figura fortemente richiesta dal mondo del lavoro dato che occupa il ruolo di intermediaria tra la burocrazia di stampo modulistico e procedurale e la feroce digitalizzazione della pubblica amministrazione e della burocrazia.
Il compito più comune di un operatore caf è quello della compilazione di modulistica e documenti relativi che permetteranno ai richiedenti di ricevere sgravi fiscali, un servizio a cui il cittadino comune non è in grado di rispondere, affidandosi quindi alle mani di una figura competente proprio come l’operatore CAF.
Affidarsi a queste figure permette ai cittadini di non incappare in banali errori che porterebbero loro costose cartelle esattoriali e problemi fiscali.
É quindi un compito di alta responsabilità che deve essere sempre in grado di evolversi di anno in anno in funzione dei cambiamenti legislativi e governativi, una persona molto informata sull’andamento politico economico del paese e sui cambiamenti relativi al settore tributario della nazione.
Inoltre, un operatore CAF deve avere una spiccata propensione al lavoro con il pubblico oltre che una grande resistenza allo stress proveniente dai contatti di questa natura.
È quindi evidente che le fondamenta su cui si basa il lavoro di operatore CAF siano 2: da una parte abbiamo una profonda conoscenza del mondo fiscale e tributario, dall’altra una spiccata propensione alla pazienza e al contatto con il pubblico, senza queste due armi sarà difficile ricoprire questa professione.

 

 

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